La Manovra Finanziaria prevede in capo alle imprese la stipula di un’assicurazione obbligatoria contro le calamità naturali entro la fine del 2024, pena la comminazione di pesanti sanzioni.
L’allarmismo creato dal cambiamento climatico e dal surriscaldamento globale ha portato a far sì che venga sempre più considerato il rischio di calamità naturali. E così anche in legge di bilancio il Governo ha pensato di non trascurare questo aspetto, prevedendo un obbligo, per ora in capo solo alle imprese, di stipulare un’assicurazione proprio contro le calamità. In questo modo il peso economico di eventi dannosi non peserà piu’ soltanto sullo Stato Italiano e sulle imprese.
La crisi climatica rende sempre più frequenti gli eventi estremi, aumentano anche i danni e il costo per ripararli: per l’Italia parliamo di una media di 3 miliardi all’anno.
L’obbligo di assicurazione è previsto e contemplato dall’art. 1 commi 101 – 111 della Legge n. 213/2023 (legge di bilancio 2024). La manovra finanziaria per il 2024 impone a tutte le imprese di stipulare entro fine anno un’assicurazione su terreni, fabbricati, impianti e attrezzature industriali per tutelarsi dalle conseguenze di terremoti, inondazioni, frane e altre catastrofi.
L’assicurazione obbligatoria contro le calamità naturali entro la fine del 2024 deve essere destinata alla copertura di danni direttamente cagionati da calamità naturali ed eventi catastrofali verificatisi sul territorio nazionale. La norma specifica la tipologia di evento di danno qualificante il sinistro assicurabile, elencando espressamente i sismi, le alluvioni, le frane, le inondazioni e le esondazioni.
Le imprese che non rispettano l’obbligo rischiano di vedersi negare contributi pubblici, sovvenzioni e agevolazioni; è prevista inoltre una sanzione che potrà andare da 100mila a 500mila euro.
E se la maggioranza delle grandi imprese è già assicurata contro rischi naturali e climatici le medio/piccole imprese risultano essere perlopiu’ scoperte. Ma se una polizza assicurativa può dare ristoro, magari parzialmente, a chi è vittima di un evento calamitoso, spesso si sottovaluta (anche a livello politico), che l’azienda ferma per ricostruire e ripartire è una azienda che non produce né beni né soprattutto reddito. Difficilmente questo danno dovuto a mancata produzione può essere quantificato. E’ perciò dovere dell’imprenditore prendere le dovute contromisure per evitare il gap produttivo.
L’evento sismico difficilmente si può prevedere, ma si possono fare le giuste scelte adeguando l’ambiente di lavoro e di produzione ai fini sismici.